"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 26 novembre 2012

I POPOLI DEI GHIACCI DEL GRANDE NORD (22)


I governi, da cui le comunità Inuit dipendevano, allargarono al campo civile i benefici del progresso occidentale, costruendo scuole, ambulatori e case di riposo per anziani; furono inoltre offerte nuove possibilità di guadagno ai nativi, incoraggiandoli a esercitare un artigianato essenzialmente basato su antichi modelli tradizionali, utilizzando avorio ricavato dai trichechi, steatite per le grandi sculture e pelli lavorate. I risultati di questa attività artistica sono stati superiori a ogni aspettativa; le opere, quasi sempre pezzi unici, sono ancora oggi molto ricercate dai turisti e le migliori figurano nei maggiori musei del mondo. 




Contemporaneamente, i governi incoraggiarono con ogni mezzo la concentrazione dei nativi in agglomerati abitativi più ampi, in cui tutti potessero beneficiare dei servizi ospedalieri e scolastici. Visitando cittadine come Yellowknife, Fairbanks o addirittura Inuvik, l’ultima sorta, si resta sorpresi dalla modernità delle merci nei supermercati, dall’efficienza delle officine meccaniche, dalla qualità dell’assistenza medica; nelle scuole è a disposizione un computer ogni tre allievi e i giovani abitanti degli insediamenti più isolati possono seguire particolari corsi scolastici, attraverso trasmissioni televisive satellitari, inviando domande e risposte via radio. 




Il turismo si sta sviluppando oltre ogni previsione, al punto che vengono aperti cinque nuovi grandi alberghi all’anno. In questo settore l’Alaska risulta essere il territorio privilegiato, essendo parte integrante del sistema di Stati americano; la fiumana di visitatori che attraverso la città si Seattle, via Anchorage o Juneau, entra in questa area del Nord America, rappresenta ormai 1/10 dell’intero movimento turistico degli Stati Uniti. In Canada i viaggi alla alte latitudini costituiscono ancora un turismo d’élite; le distanza sono tanto considerevoli e le località così isolate, che l’unico mezzo rapido per raggiungerlo è l’aereo. 



lunedì 19 novembre 2012

NUOVO 546 BAIDARKA SEA KAYAK DESIGN - GIORNATA TEST AL CK90


Domenica prossima presso la sede del CK90, sarà possibile vedere, toccare e provare in acqua il nuovo kayak della Sea Kayak Design, il 546 BAIDARKA, leggendaria imbarcazione dei popoli Aleutini realizzata dalla SKD in collaborazione con Piero Nichilo, esperto costruttore di kayak tradizionali skin on frame.



Sarà possibile comunque visionare e provare tutta la gamma di kayak della Sea Kayak Design486, 516, 526 e 536.


Potrete inoltre testare l'efficienza e la leggerezza delle pagaie groenlandesi in carbonio della Sea Kayak Italy, disponibili anche in versione divisibile.


Vi aspettiamo quindi domenica prossima, 25 novembre, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.30 presso la sede del CK90 a Vercurago (LC) - Lungolago Aldo Moro, 31.
Per informazioni e chiarimenti contattatemi pure in ore pasti o serali al 349.5216020 - Felice.

lunedì 12 novembre 2012

IL LAGO DI OLGINATE: GLI UCCELLI SVERNANTI


La migrazione degli uccelli è il movimento regolare tra aree di nidificazione e di svernamento. In autunno al calare delle ore di luce gli uccelli vanno incontro a mutamenti ormonali, si sovralimentano fino al 30%, si radunano in stormi, sospendono la muta delle penne e al momento giusto… partono. 



Nel loro movimento sono guidati dal campo magnetico terrestre, dalle stelle, dai luoghi geografici che hanno memorizzato negli anni precedenti, dagli odori. Volano tra i 1.000 e i 2.000 metri di quota, più in alto si vola meno attrito offre l’aria che però diventa più fredda. Valicano le montagne e sostano ai loro piedi quando vi possono trovare acqua e cibo e se le condizioni meteorologiche sono sfavorevoli. 



Gli uccelli più grandi (Rapaci – Cicogne – Gru) passano sopra gli stretti alla ricerca di correnti ascensionali e di aria calda. I passeriformi trascurano i riferimenti geografici, si spostano di notte per evitare i predatori. Luogo di svernamento abituale di alcune specie è il lago di Olginate, il lago di Garlate, la palude di Brivio, il lago di Novate Mezzola. 



Nel mese di gennaio, quando gli uccelli hanno scelto ormai i luoghi del loro svernamento, si svolge il “Censimento internazionale degli uccelli acquatici” (I.W.C.). Si tratta di un rilevamento avifaunistico che avviene in modo coordinato in tutte le aree umide europee. Ogni uccello viene contato e registrato. 



Nel grafico sono stati riportati i dati del lago di Olginate dal 1988 ad oggi raccolti dalle guardie venatorie della provincia di Lecco in collaborazione con le guardie ecologiche e i volontari delle associazioni ambientaliste. La presenza degli uccelli migratori sul lago di Olginate è andata via via aumentando fino al 2001 per poi stabilizzarsi. La presenza di tanti volatili ha attirato l’attenzione di molti appassionati che, armati di binocoli, cannocchiali e macchine fotografiche si ritrovano sulle sue sponde. 




Strolaghe mezzane e minori, Morette codone e grigie, Smerghi, Orchi marini, Falchi pellegrini e pescatori...ogni volta un’emozione da condividere fra i bird-watchers e i passanti che per l’occasione sostano sulle sue rive e i canoisti che pagaiano. 



Testo del Luis (Inuit del Lario)

lunedì 5 novembre 2012

L’IMPUGNATURA DELLA PAGAIA


Le mani vanno appoggiate sul manico della pagaia, con una presa digitale, ad una distanza leggermente superiore alla larghezza delle spalle: un’impugnatura troppo stretta riduce i movimenti del busto e allunga la leva in acqua (per ottenere un colpo efficace bisognerà imprimere maggiore forza e la sensazione di fatica sarà più intensa), mentre un’impugnatura troppo larga riduce la leva e di conseguenza l’efficacia del movimento. 


La larghezza dell’impugnatura è comunque molto soggettiva e rispecchia la conformazione fisica di ogni singolo canoista. Per capire qual è quella a noi più consona dobbiamo affidarci alle sensazioni: impugnando la pagaia e muovendola in acqua, dovremmo sentirci a nostro agio, senza avere la sensazione di una posizione innaturale delle braccia. L’impugnatura deve consentirci d’imprimere forza sia in trazione che in spinta senza avvertire alcun sovraccarico o fastidio alle spalle. Modificare la distanza tra le mani durante l’esecuzione dei colpi, confrontando le varie sensazioni, aiuterà a trovare la posizione più congeniale. Si potrà poi segnare la larghezza ideale dell’impugnatura sul manico con del nastro adesivo. 




Utilizzando una pagaia moderna con le pale sfasate, la mano destra funge da punto di riferimento, in quanto resta sempre fissa sul manico. La sinistra invece è mobile, ossia lascia scivolare il tubo al suo interno in modo da portare la pala in posizione di presa. La rotazione del manico varia a seconda dell’ampiezza dell’angolo di sfasatura fra le pale e dei colpi che si intendono effettuare. Se invece utilizziamo una pagaia groenlandese (con le pale dritte) l’entrata in acqua sarà intuitiva sia a destra che a sinistra in quanto entrambi le mani restano sempre fisse sul manico e senza quindi subire nessuna rotazione.