"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 12 agosto 2013

L’OCA GRANAIOLA, ALI SCURE E ZAMPE ARANCIO



Appartiene all’ordine Anseriformes, famiglia Anatidae, che comprende anche la sottofamiglia delle oche e dei cigni, uccelli acquatici di grandi dimensioni dalle forme caratteristiche e inconfondibili. Il suo none scientifico è Anser fabalis. Fa parte del gruppo delle “oche grigie”, con il piumaggio del corpo grigio e striato, anche se di una tonalità più scura rispetto alle consimili; è caratterizzata da grandi dimensioni (lunghezza totale corporea 66-84 cm; peso 2,6-3,2 kg), da un lungo becco scuro solcato da una banda arancione; dalle zampe di colore arancio. Ha un volo simile all’Oca selvatica, da cui si distingue per il colore più scuro delle ali; in aree chiuse può decollare anche verticalmente. Forma grandi stormi, fino a migliaia di individui, che volano tipicamente in formazione a “V”.



Anche se è una specie legata ad habitat acquatici, alle nostre latitudini sverna pascolando nelle zone coltivate di pianura e nelle stoppie; si nutre di radici e cereali, che ricerca usando il becco per sondare il fango; e non immergendosi. Si riproduce nella taiga e in zone ad elevate latitudini con folta copertura forestale, vicino a laghi e fiumi. E’ la più silenziosa tra le oche. L’Oca granaiola sa nuotare bene, ma è anche in grado di camminare speditamente fuori dall’acqua, e persino di correre per attaccare i rivali. Quando il gruppo è disturbato, una vedetta scrolla il capo prima di volare via, imitata poi dalle altre oche.




In Europa sono presenti due sottospecie con areale di nidificazione non coincidente: una (A. f. fabaiis) colonizza gli ambienti di taiga del nord e l’altra (A. f. rossicus) quelli della tundra asiatica. Quest’ultima è regolarmente presente in invento nel nostro Paese, frequentando zone palustri e agricole delle regioni meridionali. In Lombardia è invece svernante irregolare: le osservazioni sono più frequenti nella pianura centro orientale e nel basso gardesano, sempre sotto i 100 m di quota. Le popolazioni nord europee sono state stimate in circa 3.000 coppie nidificanti; le popolazioni russe arrivano fino a 80.000-120.000. Il contingente svernante nella nostra regione è ridotto, con punte massime di poche centinaia di individui. 



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