"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 7 gennaio 2013

APPOGGIARSI PER NON CADERE IN ACQUA



Quando abbiamo problemi di instabilità, dovuti al vento, alle onde, alla corrente, dobbiamo sempre ricordarci di cercare la resistenza dell’acqua per ristabilire l’equilibrio. Quando la pagaia darà una sensazione di appoggio raddrizzeremo il kayak con un colpo d’acqua e con la spinta delle gambe sul premi cosce. L’azione di riequilibrio dell’assetto nell’appoggio basso e nell’appoggio alto, così come nel rolling, avviene nel momento in cui la pala trova una resistenza adeguata. A questo punto si farà ruotare il kayak con le anche e agendo sul premicosce si raddrizzerà il busto e infine si riallineerà la testa. Inoltre gli appoggi si usano per atterrare nel surf o per navigare con mare grosso, e ci permettono di non rovesciarsi anche quando un’onda di notevoli dimensioni si frange contro il kayak. 




L’appoggio basso si effettua con il dorso della pala. Il gomito corrispondente alla pala immersa è flesso. L’avambraccio e il polso lavorano allineati e perpendicolari alla pala in modo da compiere al meglio la pressione verso il basso; il braccio opposto mantiene il manico orizzontale. 




L’appoggio alto si effettua con il cucchiaio della pala, il braccio di trazione è leggermente flesso l’altro ha il compito di mantenere il manico orizzontale con il gomito ben vicino al corpo. A seconda del movimento che effettueremo cambieremo l’angolo di incidenza della pala. Il suo spazio di lavoro si estende dalla prua al pozzetto, dove raggiunge la massima efficacia. 




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