"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 14 maggio 2012

PAGAIARE IN AVANTI (parte seconda)



Il lavoro della torsione del tronco è essenziale nella pagaiata in avanti in quanto ci permette di utilizzare la grande forza dei nostri muscoli dorsali; l’asse delle spalle ruota e il suo movimento è determinante per un’ottimale efficacia del gesto atletico. Dopo un po’ di prove non avremo più problemi di stabilità primaria in acque tranquille, ma cerchiamo di restare in “equilibrio”: dovremo differenziare il lavoro della parte alta del corpo da quello degli arti inferiori che devono applicare forza per spingere in avanti il kayak e nello stesso tempo tenerlo piatto sull’acqua.




Dobbiamo tenere presente alcuni punti saldi nella pagaiata in avanti:
- Ripensare ai concetti teorici, ma soprattutto, tendere sempre a raggiungere la massima resa con il minino sforzo.
- Non spostare acqua con la pala della pagaia, cercare di sentire il kayak scivolare avanti
- Sentire l’acqua dura contro la pala e il kayak leggero che scivola in avanti.
- La pagaiata è azionata con movimento di trazione e spinta delle braccia, ma soprattutto bisogna far lavorare il più possibile i possenti muscoli del dorso e delle spalle.
- Più si tiene la pagaia verticale e più avrò una risultante in avanti. Per riuscire a fare ciò bisogna cercare di mantenere vicino al kayak la mano dell’arto che sta compiendo la trazione-
- Non tardare troppo a estrarre la pala dall’acqua: l’estrazione avverrà all’incirca al momento del superamento del pozzetto. Altrimenti si rischia di far girare il kayak.




Andare in kayak è un fatto di sensazioni. Bisogna cercare di essere sensibili quando si è in equilibrio sull’acqua. Una percezione da ricercare è sicuramente quella di essere diventati tutt’uno con il kayak. Bisogna differenziare bene il lavoro del busto con quello delle anche e delle gambe. Bisogna essere morbidi nei movimenti e pensare sempre a muovere il kayak. In acque calme bisogna concentrarsi a tenere piatta l’imbarcazione evitandone il beccheggio e il rollio. Non stringere il manico e rilassare il più possibile le mani agendo con una presa digitale anziché palmare.



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