"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

lunedì 5 marzo 2012

IL GUFO DI PALUDE, CACCIATORE ALLA LUCE DEL GIORNO



Appartiene all’ordine Strigiformes, famiglia Strigidae, uccelli predatori notturni di varia taglia. Il suo nome scientifico è Asio flammeus. Di dimensioni ragguardevoli (37-38 cm di lunghezza), ha un aspetto simile al Gufo comune, soprattutto in volo. Si riconosce per il margine superiore delle ali più chiaro e la barratura più fitta della coda. I sessi sono simili, con il dorso bruno macchiettato, il ventre chiaro poco barrato, e il disco facciale castano chiaro o crema, con un’area nera attorno agli occhi gialli. Presenta “ciuffi auricolari” castani striati di scuro, poco sviluppati e visibili solo quando sono eretti. Il volo è basso e tremolante, con frequenti planate ad ali leggermente rialzate.




Si distingue dalle specie consimili perché è attivo durante il giorno, quando è in caccia di micro-mammiferi (arvicole). Occupa habitat aperti quali brughiere, paludi, canneti, ma anche colline e lande; costruisce il nido tra i ciuffi d’erba, le canne e l’erica. In inverno non ha un comportamento territoriale, ma si sposta in base alle disponibilità alimentari aggregandosi ad altri individui; forma posatoi comuni, di 6-12 individui, che può condividere con il Gufo comune. A differenza delle specie affini, il Gufo di palude staziona spesso sul terreno, in posizione semi-orizzontale.




Nelle regioni nord orientali d’Europa gli areali di riproduzione e di svernamento sono per lo più coincidenti, mentre nelle parti meridionali la specie è presente solo come migratrice e svernante. In Italia e in Lombardia è soprattutto migratore e raramente svernante; nella nostra regione i gufi di palude si osservano in inverno.




Le popolazioni europee sono state stimante intorno alle 20.000 coppie, a cui è da aggiungere un numero probabilmente superiore, ma difficile da quantificare, in Russia. E’ in declino numerico, soprattutto nelle regioni dell’Est europeo, a causa della rarefazione delle zone umide e degli habitat idonei alle sue prede. Gli individui svernanti in Lombardia, certamente pochi, non sono facilmente quantificabili poiché la specie viene spesso confusa con il Gufo comune.



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