"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

giovedì 19 marzo 2009

UNA BANCHISA INSTABILE

La banchisa si forma sulla superficie dell’Oceano Artico a partire da una temperatura di –1,8°C . Questa crosta di ghiaccio che ricopre il mare è costituita da lastre che mutano continuamente per effetto delle correnti e dei venti. La banchisa presenta talvolta blocchi caotici denominati, in gergo scientifico, “creste di compressione”, che si formano quando più lastre di ghiaccio si scontrano, si accavallano e si innalzano le une contro le altre. Queste barriere, alte 10 metri, si stendono per vari chilometri. Ma la banchisa può essere anche liscia e sufficientemente spessa (3-4 metri). Talvolta si frantuma, creando canali e aprendo vie d’acqua. In tutti i casi, avventurarsi in questo universo instabile richiede molta esperienza e cautela perché il paesaggio muta rapidamente. In estate, il rialzo delle temperature fa sciogliere la banchisa, che diminuisce di spessore per formare il “pack”. La sua superficie varia dunque varia dunque a seconda delle stagioni: in inverno ricopre quasi tutto l’Oceano Artico, mentre in estate occupa “appena” 5 milioni di chilometri quadri. Il kayak viene praticato d’estate e permette agli Inuit di spostarsi attraverso il pack.

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