"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

venerdì 14 novembre 2008

GLI ARTI INFERIORI E IL KAYAK

Ricky Barone sul lago di Garda
Il fatto che le gambe siano vincolate e nascoste all’interno del kayak non significa che abbiano un ruolo irrilevante. Al contrario, assolvono a due funzioni fondamentali nell’attività del kayak: in primo luogo determinano i movimenti di oscillazione dello scafo, controllando in parte l’equilibrio; in secondo luogo, svolgono un’azione decisiva per la propulsione. La spinta degli arti inferiori sullo scafo, infatti, tramite il puntapiedi, il premicosce e il sedile, aumenta enormemente l’efficacia dei colpi. Pensiamo a una pagaiata in avanti: l’energia che s’imprime sulla pala permette di muovere il kayak sole se, passando attraverso il nostro corpo, viene scaricata sul puntapiedi, che diventa il punto di applicazione della forza sullo scafo. Un colpo efficace richiede la massima coordinazione tra la spinta delle gambe e il movimento del busto. La spinta delle gambe verte sempre nella direzione in cui si vuole muovere il kayak.
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spinta di Eppiluk sul puntapiedi

3 commenti:

  1. E' molto vero questo, e confermo che dopo molte ore di pagaiata, ho le gambe davvero distrutte per lo sforzo isometrico.

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  2. Grazie io sono paraplegìco quindi le gambe non le muovo,cmq alle paraolimpiadi se non sbaglio un italiano ha fatto l'oro, vedrò di cercare un altra scuola peccato fino a qui mi eravate piaciuti
    Grazie magari ci si vedrà in lago " se riesco" visto che io le gambe non le muovo
    Saluti Matteo Minniti
    matmin80@alice.it

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  3. Ciao Matteo.
    Scusa ma non capisco..
    Mi spiace che tu non abbia l'uso delle gambe, ma la loro importanza nel kayak è un dato di fatto, e non capisco il perchè tu ti senta offeso nel leggere sta cosa.
    Con questo non vuol dire che chi si trova nella tua condizione non possa andare in kayak, anzi, ci può andare e anche bene con opportuni accorgimenti e allestendo il kayak in funzione delle sue particolari esigenze.
    Al momento non ci è mai capitato di accompagnare e insegnare a persone paraplegiche, ma a breve intendiamo organizzarci perchè ho promesso a un amico con la tua stessa disabilità e che assisto ogni tante nelle sue gare di nuoto, di portarlo in kayak. Quindi, magari nella prossima bella stagione, quando non ti sentirai più offeso e se ne avrai ancora voglia, rifatti sentire che magari nel lago "riusciamo" ad andarci insieme.
    Saluti Felice Farina

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