"Vorrei imparare dal vento a respirare, dalla pioggia a cadere,
dalla corrente a portare le cose dove non vogliono andare,
e avere la pazienza delle onde di andare e venire, ricominciare a fluire..."
(Tiromancino)

mercoledì 12 marzo 2008

LUOGHI LARIANI

Per chi magari entra nel nostro blog e non è mai stato sul lago di Como, ecco un post (e qualche foto significativa) che ne descrive brevemente le bellezze paesaggistiche che si possono vedere e apprezzare navigando in kayak (ma non solo).
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All’epoca della sua massima espansione, la flotta dell’impero romano era organizzata in cinque ammiragliati. Uno di questi aveva il proprio quartiere generale in COMO ed aveva il compito di proteggere i traffici che collegavano la pianura alle regioni d’oltralpe. In duemila anni, l’importanza di questa via d’acqua per il nord non è mai venuta a meno ed eserciti, commercianti e viandanti hanno costeggiato i verdi crinali che si tuffano ripidi nel lago. A chi lo osserva, le sue forme ed il suo articolarsi in tre rami ricordano per aspetto un fiordo dei paesi scandinavi. Dei fiordi, il Lario ha anche la profondità: i – 410 metri del fondale rispetto alla superficie, raggiunti al lago di ARGEGNO gli attribuiscono il primato di secondo lago più profondo del continente europeo.
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I due capoluoghi (COMO e LECCO) sono adagiati alle propaggini meridionali del bacino. L’insenatura di COMO è un porto antichissimo e le origini della città rispecchiano quelle della sua importanza strategica. Risalente ai primi insediamenti dei Galli insubri, il nucleo storico comense è ancora parzialmente racchiuso da un imponente cinta murata che custodisce gioielli architettonici come il Duomo, il Broletto e scorci di edifici medioevali. Sul lago, il perimetro delle acque è punteggiato da una serie di ville che testimoniamo come nei secoli COMO fosse ritenuta residenza di prestigio. Villa Olmo, Villa Saporiti, Villa Gallia e Villa Parravicini hanno mantenuto intatto il fascino di eleganti signore affacciate al tepore del golfo lacustre.
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Insinuandosi verso nord, lungo il ramo comasco, su entrambe le sponde CERNOBBIO, MOLTRASIO, ARGEGNO, TORNO e LEZZENO sono paesini di pescatori e maestri d’ascia che, persa la vocazione economica originaria, hanno saputo garantire a che li scegliesse per soggiornare momenti di tranquillità scanditi dai rintocchi dei campanili che erano anche un modo di comunicare tra i paesi. La conca della TREMEZZINA, la penisola di BELLAGIO e il promontorio di MENAGGIO, con il borgo di VARENNA sulla sponda lecchese, sono probabilmente tra i paesaggi lacustri più celebrati dell’intero pianeta. Ville patrizie, architetture ottocentesche e atmosfere Belle Epoque contornano vie e portici dal sapore antico, dove un’antica trattoria può anche essere un prelibato intermezzo tra una passeggiata ad una chiesetta e una capatina a qualche bottega tipica.
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Alla confluenza dei tre rami, Capo Spartivento è il cuore del lago, il punto dove lo sguardo riesce a spaziare verso le alte vette spesso imbiancate di neve. Ai loro piedi, il territorio delle Tre Pievi, con DONGO, GRAVEDONA e DOMASO, fronteggia COLICO e il laghetto di PIONA, “un lago nel lago” impreziosito dall’antica abbazia. Ancora oltre, a nord, dove sembrerebbe cessare il bacino del grande Lario, un ponte immette nel pian di Spagna: lambendo le province di Lecco, Sondrio e Como, la riserva naturale si articola a cavallo tra il lago di Como e il lago di NOVATE MEZZOLA, le cui sponde si contrappongono tra canneti e scogliere vertiginose.
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Tornando verso il secondo capoluogo affacciato alle acque, sul litorale dominato dalle sagome del Monte Legnone e dalle Grigne, DERVIO, BELLANO e MANDELLO DEL LARIO sorgono su altrettanti coni detritici alla confluenza delle vallate lungo le quali la quota precipita dagli oltre 2.600 metri delle vette alla superficie del lago, a circa 200 metri s.l.m. Quando i quattro ponti di LECCO farebbero pensare all’inizio del fiume Adda, i laghi di GARLATE (dove ha la sede nautica il CK90) e di OLGINATE delimitano la parte meridionale della città lecchese che fu scenario al più celebre romanzo italiano (I Promessi Sposi), tra viuzze che ancora risalgono ai monti di aspetto dolomitico ed un lungolago dove è bello aspettare l’imbrunire per scoprire come i contorni smettono di essere delimitati dalla acque per essere disegnati dallo scintillio luminoso delle case dei piccoli borghi.
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